Massimo Palma
Innanzitutto alcune premesse che ci aiutino a conoscere i diversi ambienti nei quali le piante spontanee vivono, e quindi a comprendere le loro diverse esigenze ecologiche.
Il Carso triestino è geograficamente racchiuso tra le alluvioni dell’Isonzo, la sinclinale del Vipacco, la Val Rosandra ed il mare Adriatico. Si eleva sino a superare i 600 m s.l.m., rientrando quindi nella fascia collinare. Due sono i sostrati geologici: il calcare e il flysch (marne ed arenarie).
Il primo predominante e con evidenti fenomeni erosivi di superficie caratterizza in modo marcato tutto il territorio. Tipica l’assenza di una rete di corsi d’acqua superficiale, a causa delle molte fessurazioni con conseguente elevata permeabilità, e condizioni di forte aridità per la vegetazione.
Le colline marnoso arenacee, che coincidono in gran parte con il perimetro urbano, presentano delle caratteristiche totalmente diverse. Qui le argille presenti riescono a mantenere per un certo tempo l’acqua in superficie e su di esse perciò sia la vegetazione spontanea che certe forme colturali vi trovano condizioni più favorevoli di sviluppo. Diversi sostrati geologici danno origine a suoli diversi: i terreni calcarei saranno basici o neutri, mentre quelli sviluppatisi su flysch avranno una reazione tendenzialmente acida. Naturalmente anche le piante si smistano a seconda delle proprie esigenze. Nella scelta sono influenzate anche dai fattori climatici che giocano un ruolo importante.
L’alto Adriatico è una zona di convergenza tra il clima atlantico, con piogge in primavera ed in autunno, e quello continentale che si fa sentire maggiormente nell’autunno inoltrato ed inverno con clima secco e freddo, tra quello alpino e quello mediterraneo più temperato e con periodo critico estivo. Dalla costa verso l’interno il clima si modifica anche tenuto conto della morfologia territoriale dando così origine a diversi microclimi. Da non dimenticare inoltre i venti ed in particolare la Bora che soffia impetuosa nei mesi invernali da est, nord est. Tutti questi fattori fanno sì che ci si trovi in una condizione particolare in un territorio di transizione tra realtà diverse.
Queste premesse ci fanno capire la complessità e ricchezza della flora carsica, con più di 1600 specie, e che più di altre offre interessanti possibili applicazioni anche nell’utilizzo di piante spontanee nei nostri giardini. Una volta determinato in quale delle condizioni precedenti ci troviamo, magari anche semplicemente osservando il tipo di roccia, il terreno, o la vegetazione limitrofa, possiamo iniziare a progettare il nostro giardino naturale, o terrazza.
I vantaggi dell’utilizzare piante spontanee sono molteplici: maggiore rusticità generale, resistono meglio alle malattie, a periodi di stress idrico, climatico, ecc.; migliore inserimento nell’ambiente, la continuità paesaggistica non viene interrotta con elementi estranei, che il più delle volte si notano troppo; maggiore diversità floristica, la ricchezza della nostra flora, come abbiamo detto, ci permette di avere un giardino fiorito in ogni stagione; facilità di riproduzione, il più delle volte le piante si riproducono naturalmente, invadendo piacevolmente il giardino, e giocano a sorprenderci scoprendole in posti impensati; richiedono poche cure colturali, se non qualche innaffiatura di soccorso o l’eliminazione delle parti secche o uno sfalcio annuale; spesso risvegliano in noi particolari sensazioni, facendo parte dell’ambiente a noi familiare il più delle volte sono collegate ad un ricordo o ad una piacevole sensazione.
Per il nostro giardino preferiamo una bella siepe di biancospino, prugnolo, acero campestre, rosa canina, cornetta dondolina, vescicaria, ginestra odorosa, monospecifica o fantasiosamente assortita, che ci offrirà una piacevole alternanza di forme e colori per tutto l’anno, senza chiederci particolari attenzioni.
In terrazzo scegliamo i garofanini, le euforbie, l’issopo, le salvie, da sistemare in vasi di coccio, giocando con volumi e colori, tenendo sempre ben presente le specifiche esigenze ecologiche.
E gli inconvenienti? Bisogna avere molta pazienza. Purtroppo non esistono ancora vivai specializzati in piante spontanee carsiche, che possano fornire piante di pronto effetto. Quindi il più delle volte dobbiamo procedere noi alla riproduzione (talea, semina, ecc.) ed aspettare i tempi biologici necessari, escludendo a priori il saccheggio dal loro ambiente naturale. Inoltre non bisogna aspettarsi l’effetto eccessivo delle piante ornamentali ma quello più discreto delle fioriture spontanee.
Alcuni esempi di facile successo:
sole: Allium montanum, Dianthus monspessulanus, Dianthus sylvestris ssp.tergestinus, Dictamnus albus, Euphorbia wulfenii, Genista tinctoria, Geranium macrorrhizum, Helichrysum italicum, Hyssopus officinalis, Iris illyrica, Lotus corniculatus, Salvia officinalis, Salvia pratensis, Salvia verticillata, Satureja subspicata, Satureja variegata, Scabiosa gramuntia, Teucrium chamaedrys, Veronica spicata;
mezzombra: Ajuga reptans, Cymbalaria muralis, Filipendula vulgaris, Lysimachia vulgaris, Melittis melissophyllum, Paeonia officinalis, Ranunculus ficaria, Viola reichembachiana;
ombra: Digitalis grandiflora, Helleborus multifidus ssp. istriacus, Sesleria autumnalis, Salvia glutinosa.
Alberi ed arbusti: Acer campestre, Acer monspessulanum, Amelanchier ovalis, Colutea arborescens, Coronilla emerus ssp. emeroides, Cotinus coggygria, Crataegus monogyna, Fraxinus ornus, Ligustrum vulgare, Lonicera etrusca, Mirtus communis, Ostya carpinifolia, Paliurus spina-christi, Prunus mahaleb, Prunus spinosa, Quercus petraea, Quercus pubescens, Rosa canina, Rosa sempervirens, Spartium junceum, Viburnum tinus.
Rampicanti: Clematis flammula, Clematis viticella, Lonicera caprifolium, Smilax aspera.