Fondamentali operazioni colturali in casa

Giada Passalacqua

TECNICHE DI RIPRODUZIONE E MOLTIPLICAZIONE

Ad ognuno di noi è successo almeno una volta nella vita di entusiasmarsi per una pianta per la della sua bellezza o per il significato profondo che le si attribuiva, avremmo voluto averne altre per ampliare questa gioia. Moltiplicare le piante non è difficile, basta seguire alcune regole e mentre lo si fa, avere un atteggiamento di calma interiore. Mai farlo quando si è arrabbiati e nervosi: si cambia lavoro e si va ad annaffiare, atto che rilassa moltissimo.
Ci sono delle leggere differenze nelle tecniche di riproduzione fra le piante d’appartamento e quelle d’esterno. Quelle d’interno si moltiplicano, di solito, per talea, margotta o divisione . Le altre, invece, per seme, talea, margotta e divisione di cespi, bulbi o rizomi.
(Definizione di talea: una porzione di fusto, foglia o radice, che radicata produce una nuova pianta; si dice margotta la stimolazione a radicare mediante un incisione, il ramo della pianta, che verrà staccato da essa solo al raggiungimento dell’obbiettivo).
Queste operazioni si fanno in diversi momenti nell’arco dell’anno, ciò dipende dal periodo in cui la pianta si trova, e cioè riposo o fioritura, dalle nostre esigenze: un ramo incidentalmente rotto, una cima regalata o… rubata fuori stagione. In ogni caso mai durante periodi freddissimi (gelate) o con l’eccessiva calura. Ma anche in questi due momenti possiamo provvedere, riparando il vaso o spruzzando ripetutamente per dare più umidità. Le talee vanno piantate distanziate per dare agio alle nuove foglie e radici di espandersi. Le talee erbacee delle campanule invece si interrano a ciuffi. Qualcuno usa della polvere ormonale per favorire il radicamento delle talee più riluttanti. Qualche pianta si fa pregare, basta aumentare il numero delle talee, buona cosa farlo durante il periodo della luna calante. Facciamo delle talee in appartamento quando le piante si sono allungate o sono troppo vecchie, si può allora metterle in acqua a radicare, e magari decidere di coltivarle in idrocoltura, sistema molto comodo e pulito, specie per chi si assenta spesso, o ha meno pazienza. Ad ogni modo, le nuove piante si potranno interrare accanto alla pianta madre e reinfoltire cosi, dieffembachie e dracene, che tendono a salire ed a spogliarsi, oppure creare nuove piante autonome. La divisione dei bulbi e rizomi si fa a fine fioritura, eliminando senza pietà ogni eventuale parte marcia e foglie secche, interrando in aiuola o in vaso, i rizomi quasi a fior di terra, i bulbi al doppio della loro grossezza. Laddove si verificano gelate tardive si pianterà più in profondità. Un corretto uso dei concimi manterrà sane le nostre piante: preferire il letame all’esterno, od anche dei macerati vegetali, buona per questo uso l’ortica, che macerata meno a lungo combatte anche gli afidi. In questa sede mi limito solo ad un accenno ai macerati ed ai trattamenti da fare nelle diverse fasi della luna, perché è un argomento complesso, che merita una lezione a sé stante. E’ bene rendersi conto che nel nostro giardino, infestanti “erbacciute” sono invece preziose aiutanti per la concimazione ed il trattamento parassitario, talora ottime per preparazioni domestiche, culinarie o curative. Ricordare di usare il più spesso possibile il buon senso, in ogni lavoro; nel giardino bagnare subito le piante appena interrate e possibilmente farlo all’inizio della giornata, cosicché il sole non cucini subito le delicate e stravolte foglioline, né l’afa le costringa a piegarsi soffocandole, quindi se necessario ombreggiarle per alcuni giorni. Mai bagnare sul bagnato, meglio una pianta mantenuta più asciutta, così si abitua ad arrangiarsi e a divenire più resistente. Alle volte una sarchiatura è buona quanto un’annaffiatura, permettendo al suolo di assorbire l’umidità dell’aria.

La semina

Consiglio di una giardiniera distratta: mai seminare se non si è certi di poter seguire la crescita, specie nelle prime settimane, si eliminano frustrazioni inevitabili. La semina va fatta in vaso, in cassetta o nell’aiuola, riparata dalla curiosità dei merli nonché dalle zampe dei nostri gatti, felici di trovare una comoda morbida. E’ bene porre delle etichette, con il nome e la data di semina. Questa si fa in modo diverso a seconda della grandezza del seme: più fine, più superficiale; più grosso, più coperto dalla terra. Alcuni si devono necessariamente seminare già a dimora, come la Mirabilis jalapa (Bella di notte), perché non tollera il trapianto. Solitamente, le biennali si seminano in agosto, le annuali in primavera, tarda o precoce. Quando la plantula ha emesso le prime vere foglie, non quelle cotiledonali, si ripicchetta in un vaso e più tardi a dimora. Il discorso sui terricci è complesso. Ad ogni modo, si rispettano le esigenze specifiche delle piante, e si dà loro una terra più o meno acida, neutra o alcalina e con una diversa miscela e tessitura a seconda dell’operazione che si deve fare. Buon lavoro!

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