Le Peonie

Susanna Tavallini

Conosciute fin dai tempi di Omero per le loro virtù medicinali le peonie devono il loro nome al medico mitologico Paeon, allievo di Esculapio che, con le radici di queste piante, guarì Plutone dalle ferite causategli da Ercole. Plinio il Vecchio nomina la peonia come il fiore più antico tra quelli coltivati e nello stesso tempo Dioscoride ne descrive due specie diverse: la peonia maschio e la peonia femmina. Queste furono per molto tempo le sole due specie erbacee conosciute nel mondo occidentale che verranno poi descritte e classificate dai botanici, rispettivamente come Paeonia mascula e Paeonia officinalis. Secondo gli antichi scritti, alcuni medicamenti venivano preparati con le radici di peonia e usati per guarire da convulsioni e altre malattie muscolari, per cicatrizzare le piaghe, per curare l’insonnia e gl’incubi notturni. Si riteneva, inoltre, che esse fossero dotate di proprietà magiche, capaci di allontanare gli spiriti maligni. Nel Medio Evo le peonie erbacee venivano coltivate nei monasteri e nei giardini privati ancora e soprattutto a scopo medicinale. Le loro virtù sono dovute alla peonina, alcaloide presente in ogni parte della pianta, che ha proprietà sedative.

Cenni storici

Sembra che già intorno all’anno 750 le varietà di peonia arbustiva fossero circa una trentina e tutte ottenute da semi di Paeonia suffruticosa, spontanea in Cina. Quando quest’ultima fu scoperta, più di 1400 anni fa, i cinesi, affascinati dalla bellezza dei suoi fiori, iniziarono a coltivarla a scopo ornamentale. Da quel momento venne chiamata “Regina dei fiori” e le fu assegnato il posto d’onore nei giardini imperiali, affiancata naturalmente, dalle peonie erbacee che derivavano dalla Paeonia lactiflora. L’alto valore commerciale che subito raggiunsero alcune varietà ce lo testimonia la peonia chiamata “Cento once d’oro”: era questo il prezzo per poterne solo ammirare i fiori! Il valore della peonia cominciò a salire vertiginosamente: il fiore più bello veniva scambiato con cento pezze di damasco e per il fiore più scadente ci volevano almeno cinque pezze di seta. Nel succedersi delle dinastie, la coltivazione continuò e si ampliò; i fiori di peonia venivano utilizzati per abbellire i giardini e le sale imperiali ed erano anche soggetto prediletto nella decorazione di affreschi, dipinti, porcellane e tessuti preziosi. Ancora prima dell’anno 1000, varcando i confini della Cina, le peonie giunsero in Giappone dove ottennero la stessa fama e suscitarono l’interesse di coltivatori che, dopo un intenso lavoro di selezione, crearono numerose varietà caratterizzate da fiori semplici e semi doppi e da un fogliame più abbondante e rigoglioso rispetto a quelle cinesi. Le prime notizie di queste piante arrivarono in Europa solamente nella seconda metà del XVII secolo: le prime descrizioni parlarono di un fiore simile a quello delle rose, ma di dimensione più grande e portato da steli privi di spine. Verso la fine del Settecento, per merito del botanico Joseph Banks, giunsero in Inghilterra alcune peonie arbustive e vennero piantate nel giardino di Kew. Nel corso dell’Ottocento, in tutta Europa esplose una vera passione per le peonie e le varietà che potevano riprodursi da seme erano particolarmente ricercate. Nel 1803, l’Imperatrice Giuseppina ricevette in dono dall’Imperatore della Cina una magnifica collezione di peonie, soprattutto erbacee, per il suo giardino della Malmaison. Fu solo nel 1840, quanto l’esploratore britannico R. Fortune riuscì a portare dalla Cina due dozzine di piante, che si poté dare inizio alla creazione di nuove varietà. Da quel momento, ogni anno, gli orticoltori francesi specializzati presentarono la lista delle novità e tra queste, verso la fine del secolo, troviamo “Duchesse de Morny”, “Reine Elisabeth”, “Souvenir de Ducher” e tante altre ancora oggi famose e molto ricercate. Nel frattempo, in Olanda, grazie a Philippe von Siebold della Compagnia Olandese delle Indie Orientali, cominciavano ad arrivare anche le prime varietà giapponesi. E’ da notare che le piante giunte in Europa fino a quel momento erano varietà di Paeonia suffruticosa coltivate in Cina, come abbiamo visto, già da lungo tempo. Caratterizzate da fiori grandi con numerosi petali, nella gamma dei colori dal bianco al rosso, attraverso tutte le sfumature del rosa. L’unico colore mancante era il giallo, ma verso la fine del secolo, a colmare questa lacuna, arrivarono i semi delle prime specie botaniche come la Paeonia lutea e la o delavayi, scoperte da alcuni esploratori sulle montagne della Cina. La Paeonia lutea, seminata nel 1887 presso il Museo di Storia Naturale di Parigi, fiorì solo dopo quattro anni e, nel 1892, fu presentata alla Società Nazionale Orticola di Francia dal prof. Maxime Cornù: era la prima peonia arbustiva a fiore semplice e, soprattutto, di colore giallo! Ai primi del ‘900 iniziò in Francia un importante lavoro di ibridazione, tra la Paeonia lutea e la varietà di Paeonia suffruticosa allora disponibile, che diede origine a peonie arbustive a fiori grandi doppi o semi doppi, di colore giallo, arancio e rosso in tutte le loro sfumature. I primi ibridi, “Mme Louis Henry” e “Souvenire du prof. Maxime Cornù”, furono ottenuti negli anni 1907-1908 da Louis Henry. Ne seguirono altri come “La Lorraine” e “L’Espérance” ottenuti da Victor Lemoine e da suo figlio Emile. Pur essendo l’Inghilterra il paese dove sbarcarono le prime peonie cinesi, l’unico vivaio inglese specializzato in peonie fu quello fondato a James Kelway nel 1851. Seguiranno il figlio William e il nipote James, grazie ai quali, ancora oggi, si trovano in commercio preziose varietà erbacee, come “Lady Alexandra Duff”, ” Baronesse Schroeder”, “Kelway’s Glorious”, “Lord Kitchener”. La Francia è sicuramente il paese europeo in cui, durante il 1800 e la prima metà del ‘900, i coltivatori si sono maggiormente dedicati alla selezione delle peonie. Tra questi ricordiamo personaggi come Auguste Calot, che ereditò dal Conte de Cussy la preziosa collezione della Malmaison, la famiglia Crousse, Modeste Guérin, Etienne Méchin, Auguste Dessert e la famiglia Riviére che hanno dato vita a numerose cultivar. Il primo a sperimentare gli incroci tra specie botaniche erbacee, ottenendo ibridi come “Le Printemps”, “Mai Fleuri”, “Avant Garde”, fu Victor Lemoine, già famoso all’epoca per i successi ottenuti con le prime peonie arbustive a fiore giallo. Nel 1922 suo figlio Emile vinse il premio per la migliore varietà erbacea, offerto dall’americana Alice Harding, grande esperta e appassionata di piante e importante sostenitrice della Società Orticola di Nancy. Dal quel momento molte varietà francesi vennero esportate in America e questo permise la loro conservazione, in quanto nel corso della prima e della seconda guerra mondiale molti vivai francesi di peonie vennero completamente distrutti dai bombardamenti. In America, intorno al 1920, A.P. Saunders (1869-1953), già in possesso di una ricca collezione di peonie arbustive, dà vita ad un programma di ibridazione. Utilizzando, come Lemoine, sia la Paeonia lutea che la Paeonia delavayi, in meno di 20 anni ottiene ben 77 nuovi ibridi di arbustive. La gamma dei colori è ampissima e comprende tutte le sfumature del rosa, del rosso e soprattutto del giallo, dall’avorio al bronzo, dei marroni scuri, quasi neri. Sono sue le splendide “Age of Gold”, “Amber Moon”, “Black Panther” e tante, tante altre. Saunders si cimenta anche nel campo delle peonie erbacee, con l’obiettivo di creare varietà più precoci, più vigorose e di forme e colori diversi da quelli esistenti all’epoca. Seguendo ancora l’esempio di Lemoine, crea un numero notevole di ibridi utilizzando specie come la Paeonia macrophylla, la Paeonia mlokosewitschii e la Paeonia tenuifolia. Seguono, con successo, le orme di Saunders l’amico W. Gratwik e N. Daphnis ai quali dobbiamo numerose nuove introduzioni. E’ grazie a L. Smirnow (1896-1989) che il mercato americano si arricchisce delle creazioni del giapponese Toici Itoh: “Yellow Crown”, “Yellow Heaven” ottenute incrociando l’ibrido arbustivo a fiore giallo “Alice Harding” con la peonia erbacea “Kakoden”. Un altro grande merito di Smirnow fu quello di diffondere e rendere popolare l’uso delle peonie arbustive nel giardino, pubblicando un catalogo annuale con centinaia di illustrazioni a colori delle varietà più rare e ricercate. Ancora oggi, in Cina, la peonia è considerata il fiore nazionale e la sua coltivazione viene attuata soprattutto a Loyang e a Heze. E’ in questi due centri che, ogni anno tra il 15 aprile e il 15 maggio, vengono organizzate delle vere e proprie feste della peonia e migliaia di visitatori giungono da ogni parte della Cina, e non solo, per ammirare le spettacolari fioriture. Il Giappone è forse, a livello mondiale, il maggior produttore di peonie, la cui vendita viene affidata a cooperative. L’isola di Hondo è il più importante centro di coltivazione. Recentemente, proprio da questo paese, ci sono giunte notizie sulle Kan Botan: si tratta di peonie di origine cinese, dette anche “peonie arbustive d’inverno” o “peonie rifiorenti” perché, dopo la fioritura primaverile e con i dovuti accorgimenti, possono rifiorire in inverno. Comunque sono da considerarsi, più che altro, una curiosità botanica, essendo i loro fiori invernali assolutamente non paragonabili a quelli primaverili. In America, il lavoro di ibridazione iniziato da Saunders continua ancora oggi e molti vivai come quello di Klehm a Chicago, o quello di Realth nell’Illinois offrono, ogni anno, una lunga lista di novità. In Europa, l’Olanda rappresenta il più grosso produttore sia di varietà erbacee, destinate in gran parte al mercato americano, sia di fiori recisi. Alcuni vivai specializzati offrono una lista di varietà abbastanza rare. In Inghilterra, il vivaio di Kelway si dedica soprattutto alla coltivazione delle peonie erbacee, mentre quello di Austin, specializzato in rose antiche, offre una discreta scelta di peonie arbustive giapponesi e specie botaniche. In Germania, i vivai di Klose e quello di von Zeppelin sono conosciuti per la loro ricca collezione di peonie erbacee; Linnemann, invece, è famoso per le peonie arbustive.
Dopo aver compiuto questa breve carrellata dei più importanti vivai internazionali, è in Francia che dobbiamo tornare, per poter ammirare la più grande collezione europea di peonie. Il vivaio più importante è quello di Michel Riviere, erede di una famiglia che da cinque generazioni si dedica alla coltivazione delle peonie e attuale curatore della Collezione Nazionale di Francia. La visita del suo vivaio, durante la stagione di fioritura, offre uno spettacolo che lascia veramente senza parole. È lì che ha avuto inizio la mia appassionante avventura nel mondo delle peonie.

Note botaniche

Fino a pochi anni fa il genere Paeonia apparteneva alla famiglia delle Ranunculaceae che comprende, oltre al ranuncolo, da cui deriva il nome, numerose altre specie come ellebori, speronelle, clematidi, aconiti, anemoni e altre ancora. Un particolare curioso che possiamo notare di questa famiglia è che i diversi generi che la compongono hanno epoche di fioritura diverse, che si estendono per tutto l’arco dell’anno e ci permettono di avere sempre qualcosa di fiorito in giardino, incominciando con gli ellebori in inverno e finendo con gli aconiti e gli anemoni in autunno. Oggi, i botanici sono d’accordo nel dedicare al genere Paeonia una famiglia a parte, quella delle Paeoniaceae. La nuova classificazione compare già in molti testi recenti ed è adottata nell’etichettatura dagli orti botanici. Le peonie sono piante rizomatose che presentano grosse radici tuberose. Le foglie sono composte da foglioline di forma ovata, ellittica e oblunga, a loro volta più o meno profondamente lobate e divise in segmenti, anche sottilissimi. Solitamente le pagine fogliari sono glabre, ma in alcune specie quella inferiore è coperta da una fitta e setosa peluria. I fiori hanno calice di 5 sepali e corolla di 5 petali con margine più o meno arrotondato che si aprono completamente, ma ci sono alcune eccezioni. Possono essere molto concavi e, come nella Paeonia peregrina, rimanere chiusi a coppa, o, come in altre specie, non aprirsi mai completamente. In alcune, come la Paeonia delavayi il fiore è avvolto da un vistoso involucro, formato dalle brattee. I fiori sono portati singolarmente sugli steli, ad eccezione di Paeonia lactiflora, Paeonia veitchii e Paeonia emodi che portano più fiori su uno stesso stelo. I petali sono privi di nettari e il nettare viene secreto da un disco posato attorno ai carpelli. Questi ultimi, presenti in numero da 1 a 5, a seconda delle specie, possono essere glabri o tomentosi. Appartengono tutte all’emisfero settentrionale e si incontrano dall’Europa Occidentale, Marocco e Algeria fino all’Asia Minore e al Caucaso; dal nord dell’India attraverso l’Asia Centrale fino alla Cina occidentale e al Giappone. Solamente due sono le specie originarie dell’America nord occidentale: Paeonia brownii e Paeonia californica.
E’ importante qui ricordare che esistono due diversi gruppi di peonie: le erbacee e le arbustive. Le prime sono da considerare come delle vere e proprie erbacee perenni che, all’inizio di ogni primavera, producono direttamente dal livello del terreno numerosi steli erbacei eretti che terminano il loro ciclo vegetativo in autunno, momento in cui seccano completamente. L’unica cosa che rimane vitale, durante l’inverno, è l’apparato radicale. E’ per questa ragione che molti le definiscono annuali o bulbose, per distinguerle dalle arbustive, i cui steli lignificano e permangono durante l’inverno, conferendo alla pianta un portamento cespuglioso.

Classificazione

Lo studio del genere Paeonia è stato fatto in tempi abbastanza recenti da Sir F.C. Stern (1884-1967) che nel 1920 cominciò a collezionare e coltivare peonie botaniche nel suo giardino di Highdown, a Goring-by-Sea nel Sussex. Basandosi soprattutto sulle caratteristiche delle foglie sulla distribuzione geografica delle diverse specie, Stern formulò la sua tesi in A Study of the Genus Paeonia che venne pubblicato nel 1946 dalla Società Reale Orticola di Londra. Il lavoro di Stern fu, già a quell’epoca, ritenuto di grande valore ed è considerato ancor oggi di importanza fondamentale per la classificazione delle peonie. Secondo Stern il genere si divide in tre sezioni:

  1. Sezione Moutan: riunisce le peonie arbustive.
  2. Sezione Onaepia (anagramma di Paeonia): comprende le due sole specie erbacee originarie del continente americano.
  3. Sezione Paeon: raggruppa tutte le altre specie di origine europea e asiatica.

Recentemente, gli studiosi moderni hanno apportato alcune modifiche, riguardanti soprattutto i gruppi Officinalis e Mascula, e aggiunto le ultime specie scoperte, il cui numero continua ad aumentare, non solo per le erbacee, ma anche per le arbustive. Per quanto riguarda queste ultime, solo da poco tempo gli studiosi occidentali hanno avuto la possibilità di compiere nuove spedizioni nelle zone della Cina in cui crescono spontanee e riprendere gli studi interrotti.

La coltivazione

Sovente chi si avvicina alle peonie per la prima volta mi domanda che differenza ci sia tra le peonie erbacee e le arbustive. Prima di iniziare il discorso della coltivazione vorrei, quindi, esaminare alcuni aspetti generali riguardo al loro sviluppo, alle caratteristiche comuni e alle differenze che ci sono tra questi due gruppi. Sia le peonie erbacee che le arbustive sono tutte piante forti, robuste, molto resistenti al freddo, di facile coltivazione e dotate di buone capacità di adattamento alle diverse condizioni ambientali. A volte, anche se trascurate, crescono rigogliose e danno abbondanti fioriture. L’unico loro di effetto, se vogliamo, è il lento ritmo di crescita e forse questo è uno dei motivi per i quali sono state un po’ dimenticate per dare la preferenza a piante di più rapido effetto. Ma considerata la loro longevità, non si può pretendere che siano anche veloci a crescere! Col tempo la nostra pazienza verrà premiata da abbondanti e straordinarie fioriture di cui nessun giardino dovrebbe essere privato. Il loro ciclo differisce leggermente da quello delle altre piante. Sia nelle peonie erbacee che in quelle arbustive, lo sviluppo della vegetazione si completa prima della fioritura, mentre alla fine di questa, con il sopraggiungere dell’estate, lo sviluppo esteriore della pianta si arresta. Molte peonie erbacee, soprattutto le specie botaniche e le loro varietà, alla metà di luglio hanno le foglie già completamente appassite e anche il fogliame di alcune arbustive, come la “Duchesse de Morny”, tende ad assumere colorazioni autunnali. Verso la metà di agosto, con l’arrivo delle prime piogge e il progressivo abbassamento della temperatura, l’attività della pianta riprende, ma solamente a livello radicale e continua fino all’arrivo dei primi geli. Questo è un periodo molto importante per loro ed è quello in cui hanno bisogno di tutte le nostre cure (innaffiature e concimazioni) per svilupparsi forti e rigogliose.

Peonie erbacee

Nell’ambito di questo gruppo possiamo distinguere: specie erbacee e loro cultivar, ibridi, ottenuti partendo da incroci tra specie botaniche; cultivar di Paeonia lactiflora a fiore semplice e di tipo giapponese; cultivar di Paeonia lactiflora a fiore doppio o cinesi. Le peonie erbacee sono, tra le piante perenni, quelle che si distinguono maggiormente per il loro aspetto imponente e vigoroso. Ed è grazie alla bellezza e fragranza dei fiori, alla forma e ai colori delle foglie, alla grande rusticità e facilità di coltivazione, che le possiamo considerare tra le migliori piante da giardino. All’inizio di ogni primavera producono steli eretti e di consistenza erbacea, direttamente dal livello del terreno. I giovani germogli hanno una colorazione rosso porpora molto particolare che nel giro di alcuni giorni vira sui toni del verde ed è sorprendente vedere come in poche settimane si formino masse di fiori così abbondanti. A seconda delle specie e cultivar la loro altezza varia tra i 60 e 120 cm, anche se il fogliame di alcune, come la Paeonia tenuifolia e la Paeonia veitchii, non supera i 30 cm. Con il passare degli anni gli steli diventano sempre più numerosi e il cespuglio si allarga fino a superare il metro di diametro. Le loro fioriture diventano sempre più abbondanti e, dopo qualche anno dall’impianto, una sola pianta può produrre fino a 60 fiori. Nei nostri climi l’epoca di fioritura va dalla metà di aprile alla metà di giugno: le prime a fiorire sono le specie botaniche con le loro varietà, seguite dagli ibridi interspecifici e dalle cultivar giapponesi e cinesi di Paeonia lactiflora. Nei cataloghi dei produttori, vengono spesso usati i termini precoce, media e tardiva per indicare i tempi di fioritura delle diverse cultivar, nell’ambito di ogni singolo gruppo. Oltre al colore e alla fragranza, una particolare attrattiva delle peonie erbacee è la grande varietà di forme dei fiori, dovuta alla disposizione dei petali o alla curiosa presenza di petaloidi nel centro del fiore. Anche la trasformazione che avviene, dallo stadio di bocciolo alla maturità, è sorprendente: la piccola sfera lucida e serrata dei petali si trasforma in corolla che si dischiude sfacciatamente spampanata o timidamente racchiusa, celando il segreto degli stami. Proprio per la loro variabilità, i fiori delle peonie erbacee sono solitamente classificati nei seguenti tipi:
semplice: è il fiore tipico delle specie botaniche e di alcuni ibridi. I petali, solitamente 5, sono disposti intorno ad un centro di stami che portano il polline;
giapponese: in questi fiori gli stami, detti comunemente “staminoidi”, sono quasi completamente privi di polline e più allargati;
anemone: presenta gli stami completamente trasformati in petali corti e stretti detti “petaloidi”;
semi doppio: in questi fiori i petali sono più numerosi, ma lasciano intravedere alcuni stami;
doppio: è il fiore della peonia classica, in cui gli stami sono quasi tutti trasformati in larghi petali che costituiscono la struttura principale del fiore.

Peonie arbustive

Nell’ambito di questo gruppo possiamo distinguere le specie botaniche e le loro varietà; cultivar di Paeonia suffruticosa (cinesi, giapponesi, europee); ibridi di Paeonia lutea, Paeonia, delavayi e di Paeonia potanini. Hanno un portamento diverso da quello delle erbacee e ciò che le differenzia è, in modo particolare, la lignificazione degli steli che conferisce alle piante uno sviluppo arbustivo simile a quello dei rododendri o delle ortensie. Anche se sono piante lente a crescere, soprattutto all’inizio, hanno bisogno di spazio. Dopo 7-8 anni dall’impianto possono superare 1 m di altezza e quasi altrettanto di larghezza. Per avere un più rapido effetto è opportuno piantare 3-5 piante della stessa varietà riducendo le distanze, tra l’una e l’altra, a circa 60 cm. Il loro ciclo di sviluppo inizia verso la fine dell’inverno quando dalle gemme rigonfie cominciano a spuntare le prime foglioline. Se l’inverno è mite, il risveglio può avvenire già verso la fine di febbraio, con il rischio che la comparsa di gelate tardive arrechi danno ai giovani germogli. I fiori semplici, semi doppi e stradoppi presentano una gamma di colori molto ampia. Dal bianco al porpora, attraverso tutte le sfumature del rosa, dal giallo al rosso scarlatto in tutti i loro toni e gradazioni. La fioritura comincia nella seconda metà di aprile con la suffruticosa e si chiude nella seconda metà di maggio con gli ibridi di lutea.

Peonie e profumo

Il profumo che si leva al tramonto nelle calde giornate di primavera da un campo di peonie fiorite può indurvi a pensare di essere caduti in una enorme boccia di pot-pourri. Con questo non voglio dire che tutte le peonie abbiano un odore gradevole anzi alcune hanno un odore amaro che ricorda quello dei medicinali. La qualità del profumo è di solito legata alla quantità di polline prodotto e i fiori singoli di colore rosso, sotto questo aspetto, i meno apprezzabili. Questo può valere anche per alcune varietà sempre rosse, ma a fiore doppio, come le “Mons. Martin Cahuzac” e “Victor de la Marne” che per questo sono da evitare come fiori da taglio mentre, per la loro bellezza, sono delle ottime piante da giardino dove il loro odore diventa impercettibile. La maggior parte delle peonie ha però un delicato profumo e tra le arbustive le più apprezzate sono alcuni ibridi di Paeonia lutea come “Alice Harding”, “Chromatella”, “Roman Gold” e “Surprise” che ricordano la fresca fragranza del limone. Tra le erbacee, soprattutto le cultivar di Paeonia lactiflora offrono un’ampia gamma di aromi che ricordano quello della rosa come “Festiva Maxima”, “Mme de Verneville”, “Lady Alexandra Duff”, “Kelway’s Glorious”, “Baroness Schroeder”; quello del miele come le “Duchesse de Nemours”, “Marie Lemoine”; quello delle spezie come le “Marie Crousse”, “British Beauty”, “Circe” o “Myrtle Gentry”. In casa un mazzo di peonie diffonde nell’ambiente un profumo particolarmente piacevole e delicato che a differenza di quello di altri fiori, anche in uno spazio limitato non.diventa opprimente o addirittura fastidioso. Forse non a caso ma anche l’altezza delle piante è ideale perchè ci permette, passeggiando in giardino, non solo di ammirare la bellezza dei fiori, ma anche di apprezzare, senza bisogno di chinarsi troppo, il loro profumo.

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